IL CALENDARIO - NOZIONI GENERALI
Il calendario è un sistema convenzionale per la misurazione del tempo in unità fisse, giorni, mesi ed anni, basato su calcoli e osservazioni di fenomeni astronomici come cicli solari, lunazioni, ecc.
Il calendario può essere:
- Lunare quando si basa sul ciclo delle fasi lunari che dura 29,53 giorni; diviso in 12 mesi alternati di 29 e 30 giorni può avere 354 o 355 giorni. Perde da 10 a 12 giorni rispetto al calendario solare e alle stagioni, anche se dopo 30 anni torna a coincidere.
- Lunisolare quando si basa sul ciclo lunare ma cerca di tenersi in passo con le stagioni; ha 355 giorni in 12 mesi lunari di 29 o 30 giorni e, con l'inserimento periodico di un mese extra, mantiene l'allineamento con le stagioni.
- Solare quando, rinunciato al ciclo lunare, i mesi vengono conservati ma non sono più legati alle lunazioni; ha 365 o 366 giorni per mantenere l'allineamento con le stagioni.
Il problema è che nessun ciclo astronomico ha esattamente un numero intero di giorni. La differenza fra anno solare e civile è dovuto al fatto che il secondo di 365 o 366 giorni non può essere uguale esattamente all'anno solare o tropico.
Si dice anno solare il periodo di tempo compreso fra due passaggi successivi del Sole all'equinozio di primavera, cioè il tempo intercorrente tra l'inizio della primavera e quella successiva ed ha una durata di 365 giorni 5 ore 48 minuti e 45 secondi.
Se l'anno civile non marciasse di pari passo con l'anno solare si avrebbe uno spostamento delle stagioni nell'arco dell'anno e, per esempio, l'equinozio di primavera finirebbe per scivolare dal 21 marzo ad aprile poi in maggio, giugno, ecc.
Tra i calendari antichi quello più simile al nostro attuale è quello egiziano la cui durata era di 365 giorni, in 12 mesi di 30 giorni più 5 complementari.
Iniziamo dal calendario romano, da Romolo primo re di Roma intorno all'VIII secolo a.C., in cui l'anno civile era di 304 giorni in 10 mesi dei quali 6 di 30 e 4 di 31.
I nomi dei mesi erano quelli attuali ma gennaio e febbraio non esistevano e l'anno iniziava a marzo.
Martius dedicato a Marte, dio della guerra Aprilis da aperire, si aprono le gemme, fioritura Maius dedicato a Maia, dea della vegetazione Junius dedicato a Giunone, dea della prosperità Quintilis da quintus, quinto mese Sextilis da sextus, sesto September da septem, sette October da octo, otto November da novem, nove December da decem, dieci
I giorni avevano solo tre nomi:
Kalendae le Calende 1° giorno del mese Nonae le None 5° o 7° in marzo, maggio, luglio e ottobre Idus le Idi 13° o 15° in marzo, maggio, luglio e ottobre
Per indicarne uno degli altri se ne esprimeva la differenza numerica rispetto a questi tre: il terzo giorno prima delle Idi di marzo, nel decimo giorno prima delle Calende di settembre, ecc.
Quando ci si rese conto che l'anno era troppo corto fu creato un calendario lunare di dodici mesi, attribuito al secondo re di Roma Numa Pompilio, che i romani usarono fino alla riforma di Giulio Cesare nel 46 a.C.
Aggiunsero gennaio e febbraio, portando l'anno a 355 giorni, prossimo ai 12 mesi lunari o anno lunare, che ha 354 giorni 8 ore 48 minuti e 26 secondi.
Januarius dedicato a Janus, Giano Februarius dedicato a Februus, il dio dei morti
Tuttavia la differenza di circa dieci giorni e mezzo fra l'anno solare e quello di Numa Pompilio provocò, in breve tempo, una consistente differenza tra stagioni e calendario civile, per cui si tentò di rimediare aggiungendo, ogni due anni, un tredicesimo mese, il Mercedonio, di 22 o 23 giorni alternati.
Nel lungo termine neppure questo ciclo riuscì a tenere in passo l'anno civile con le stagioni ed il collegio dei pontefici ottenne la facoltà di variare la lunghezza del Mercedonio secondo la bisogna; l'abuso di questo potere finì per favorire o contrastare magistratura, consoli, ecc.
Il ritardo arrivò fino a 3 mesi. Giulio Cesare, finalmente, nel 46 a.C. lo revisionò creando il calendario Giuliano.