CALENDARIO GIULIANO
CARATTERISTICHE
Giulio Cesare, nel 46 a.C. con i suggerimenti dell'astronomo alessandrino Sosigene, riformò il calendario romano; dopo aver assegnato la durata di 445 giorni all'anno 708 di Roma che definì Ultimus Annus Confusionis, stabilì la durata dell'anno in 365 giorni e che, ogni quattro anni, ci fosse l'intercalare di un giorno complementare per compensare la differenza con l'anno solare.
Il giorno in più si aggiungeva dopo il 24 febbraio, sexto die ante Kalendas Martias. Tra 24 febbraio ed il 1º marzo, le Calende di marzo, vi sono 6 giorni e cioè 24, 25, 26, 27, 28, 1.
Sapendo che i romani contavano i giorni mensili sottraendoli alle festività, Calende, None, o Idi compreso il giorno di inizio, è facile capire da dove deriva il nome bisestile: in tale anno, con febbraio di 29 giorni, il 24 o sexto die, sarebbe diventato septimo die; ma septimo era il 23 e non potendo chiamare septimo anche il 24 lo chiamarono bis sextus dies ante kalendas Martias.
L'anno fu diviso in 12 mesi alternati di 31 e 30 giorni, ad eccezione di febbraio con 29 o 30 nei bisestili.
Gennaio e febbraio diventarono i primi mesi dell'anno, anziché gli ultimi come al tempo di Numa Pompilio.
Da lunisolare il calendario divenne in questo modo solare, simile dunque a quello degli Egizi.
Già nel 44 a.C., dopo la morte di Cesare, iniziarono gli errori inserendo un bisestile ogni tre anziché ogni quattro anni.
Augusto, nell'8 a.C., rimediò ordinando l'omissione dei successivi tre anni bisestili.
Il Senato, in onore dell'imperatore, decise di chiamare Augustus il mese Sextilis con lo stesso numero di giorni di Julius, ex Quintilis, mese che onorava Giulio Cesare, togliendo un giorno a febbraio, che rimase a 28 o 29 nei bisestili e cambiò il numero dei giorni dei rimanenti mesi per evitarne tre consecutivi di 31.
Si passò da una situazione di mesi alterni di 31 e 30 giorni a quella pasticciata che ancora oggi abbiamo nel nostro gregoriano.