CALENDARIO COPTO ETIOPICO - ERITREO

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J.D. giorno giuliano alle ore 12

Calendario Giorno Settimana Corrispondenza
Gregoriano
Giuliano
Copto Egiziano
Copto Etiopico
Mussulmano
Ebraico

Equivalenza della Data nel periodo 1 Mescherèm ÷ 5 Pagumièn 2216

L'apparente differenza di 1 giorno dipende dal diverso momento d'inizio della giornata: nel gregoriano alle 00, nel copto alle 6 del mattino, nell'ebraico alle 18 di Gerusalemme ed 1h dopo il tramonto nel mussulmano.

CARATTERISTICHE

Il vescovo Frumenzio, nel 356, contribuì a convertire l'Etiopia al cristianesimo che iniziò realmente a diffondersi soltanto nel VI secolo con l'arrivo dei Nove Santi, monaci monofisiti fuggiaschi per le persecuzioni.

La Chiesa d'Etiopia fu legata alla Copta egiziana dal 640 al 1948. Dopo le invasioni degli islamici, nel XVII secolo, con il negus Susenyos, ci fu un forte avvicinamento alla Chiesa Cattolica, che durò fino al 1632.

L'ultimo negus, Hailé Selassié I, imperatore dal 1930 al 1936 e dal 1941 al 1974 riordinò la Chiesa d'Etiopia, facendola diventare Chiesa di Stato.

Il primo patriarca, eletto nel 1959, fu l'Abuna Basilios cui succedette, nel 1971,  l'Abuna Tewophilosche ucciso dal Derg, la giunta militare marxista. Successori furono Abune Tekle Haymanot, Abune Merkorios e Abune Paulos, i primi due non vennero riconosciuti dal sinodo della Chiesa Copta.

Il calendario etiopico è equivalente al copto, ma ritarda sul gregoriano di 7 anni e 8 mesi circa.

Anni.

Sono distinti coi nomi degli evangelisti:

Lucàs è l'anno bisestile, seguono Iohannes - Mattieuòs - Marcòs.

Inizia il 29 agosto del calendario giuliano, data dell'introduzione in Egitto del calendario romano  intorno al 10 a.C., corrispondente, attualmente, all'11 settembre del calendario gregoriano.

L'anno seguente il bisestile inizia il 30 agosto del calendario giuliano, 12 settembre gregoriano, mentre dall'anno successivo il capodanno torna ad essere il 29 agosto, perché nel frattempo anche i calendari giuliano e gregoriano hanno avuto il loro 29 febbraio

Il capodanno è l'11 sett. ( p.es. 11 sett. 1938 = 1 mescherèm 1931).

13 Mesi.

Mescherèm set./ott. - Techèmt ott./nov. - Hedàr nov./dic. - Tahsàs dic./gen. - Terrì gen./feb. - Yecatìt feb./mar. -  Megabìt mar./apr. - Miazià apr./mag. - Ghembòt mag./giu. - Seniè giu./lug. - Hamliè lug./ag. - Nehasiè ag./set. - Pagumièn - set.

Tutti di 30 giorni con l'eccezione dell'ultimo che ne ha cinque o sei quando l'anno è bisestile.

Stagioni.

Tzebhat primavera comincia il 25 megabit, Hàgài estate, le piogge il 25 seniè, Tzedià autunno, il raccolto, il 25 mescherèm, Cheremtì inverno il 25 tahsàs.

Giorni.

In tigrino: Sembet do. - Senùi lu. - Selùs ma. - Robuè me. - Hamùs gi. - Arbì ve. - Kedàm sa.

In amarico: Ehud do. - Segnò lu. - Maksegnò ma. - Rob me. - Hamùs gi. - Arb ve. - Chedamiè sa.

Il giorno è diviso in 24 ore, ma inizia alle 6 del mattino.

Feste.

Fisse mensili oltre al sabato e la domenica 5 feste fisse nei seguenti giorni:

7 Selestè Selassiè SS. Trinità - 12 Cheddùs Micaèl S. Michele Arcangelo - 16 Chidanè Merit Patrocinio della Madonna - 21 Mariàm la Vergine - 27 Madhaniè Alèm o Medaniè Alèm festa del Redentore - 29 Lidèt natività di Cristo.

Fisse annuali: 29 tahsàs Lidèt Natale - 11 terrì Timchèt Epifania e Battesimo di Cristo - 17 mescherèm Mascàl Esaltazione della Croce - 1 mescherèm Kedùs Joannes Capodanno.

Mobili annuali: Debrè Zeitì Monte degli Ulivi - Hosà Inà Domenica delle Palme - Fessahà Orit Sacra Bibbia - Siclèt Crocifissione - Tensaé o Fasikà Pasqua - Recchibè Cachinàt Convegno dei sacerdoti - Erghetè Ascensione - Paraclitòs Pentecoste.

“ IL CALENDARIO ETIOPICO ”

Note del Capitano ISIDORO BARONI

agosto 1908

Il principio del XX secolo in Abissinia.

Come la storia, così anche la cronologia degli Etiopi più remoti ci è ignota, od appare molto incerta e leggendaria. Sembra, tuttavia, che abbiano seguito, almeno in tempi relativamente più prossimi, il calendario egiziano, adottando anche le modificazioni apportatevi dagli alessandrini. Comunque, poco o nulla sappiamo di positivo intorno alla cronologia etiopica nei secoli anteriori all'era volgare.

Secondo le recenti ricerche di Dillmann, la religione cristiana sarebbe stata introdotta in Abissinia verso l'anno 350 d. C. da S. Frumenzio, e con essa venne pure introdotto il calendario dei cofti, od antichi cristiani d'Egitto, nonchè la loro era, secondo la quale - giusta il computo di Giulio Africano - la nascita di Cristo anticipa di circa otto anni sull'epoca assegnatale da Fra Dionigi il Piccolo, che è quella oggidì quasi generalmente adottata, sebbene riconosciuta erronea. Ma oramai l'errore è troppo vecchio, troppo diffuso e consacrato in troppi monumenti, per poterlo correggere, almeno finchè l'umanità non si accordi nella scelta d'un'era ben precisata e più razionale.

Prendendo e lasciando, però, le cose come stanno, la differenza costante tra la enumerazione degli anni di Cristo secondo il calendario abissino e secondo il gregoriano (da noi usato) è di circa 8 anni, e diciamo circa perché i capodanni etiopici non coincidono coi nostri, ma cadono nella seconda settimana del nostro settembre dell'anno gregoriano, superiore di sette unità su quello abissino che comincia, dimodochè otto mesi dell'anno etiopico vengono ad incrociarsi coll'anno gregoriano superiore di otto unità al corrispondente anno abissino, e soltanto quattro mesi con l'anno gregoriano superiore di sette unità.

Per meglio intenderci veniamo al caso pratico:

Come vedesi l'anno etiopico 1901 abbraccia quasi quattro mesi del nostro 1908 ed oltre otto mesi del 1909. Siccome poi col 1901 comincia, per l'Abissinia, il secolo XX, dal prospetto si ha che il primo giorno del nuovo secolo abissinese è imminente, cadendo all'11 del p. v. settembre.

Ma non sono qui tutte le differenze cronologiche tra il nostro ed il calendario del buon Menelik e della graziosa Taitù. Anche l'anno etiope ha 12 mesi, ma tutti di 30 giorni, così successivamente denominati:

            1 Mascarem  per due terzi in settembre e per un terzo in ottobre
            2 Tekmet    ottobre - novembre
            3 Hedar     novembre - dicembre
            4 Thassas   dicembre - gennaio
            5 Ter       gennaio - febbraio
            6 Jecatit   febbraio - marzo
            7 Magavit   marzo - aprile
            8 Miazià    aprile - maggio
            9 Ghenbot   maggio - giugno
           10 Saniè     giugno - luglio
           11 Hamliè    luglio - agosto
           12 Nahasiè   agosto - settembre

Ma poichè 12 mesi di 30 giorni fanno soltanto 360 giorni, così, per ragguagliare l'anno solare, aggiungono, dopo il 30 di Nahasiè, cinque giorni complementari detti pagumiè, che portano a sei nei bisestili. Avvertasi, a questo proposito, che sono, per gli etiopici, anni bisestili (o di 366 giorni) quelli i quali, divisi per quattro, danno per resto tre (e non zero, come nel nostro calendario), diguisachè gli ultimi bisestili abissini furono il 1895 ed il 1899, ed i prossimi futuri il 1903, 1907, ecc. Inoltre, essi danno a ciascun anno il nome di un evangelista, e precisamente chiamano:

Anno di S. Luca, il bisestile, anno di S. Giovanni, il primo dopo il bisestile, anno di S. Matteo il secondo e di S. Marco il terzo, poi ritornano da capo col nuovo bisestile, e così via..

La figura da noi composta, portante nel centro lo stemma dell'Abissinia, dà per i quattro anni etiopici 1901 (comune), 1902 (comune), 1903 (bisestile) e 1904 (comune) il nome del rispettivo evangelista, e la data gregoriana in cui essi cominciano, ossia in cui cadono i rispettivi capodanni, o primo giorno del mese di Mascarem. Aumentando successivamente di una unità tutti gli anni indicati nella figura (sia etiopici che gregoriani) si otterranno tutte le corrispondenze del secolo ventesimo, nel quale i capodanni abissini cadranno sempre all'11 ed al 12 settembre, date che variano, però, di secolo in secolo rispetto al calendario gregoriano.

Salvo le denominazioni dei giorni, gli abissini hanno comune con noi anche la settimana. Le loro domeniche dette Ehud, coincidono colle nostre, ed i successivi giorni sono chiamati:

Sagnò - Macsagnò - Ruob - Amus - Arb e Kidamie ( sabato )

Moltissime sono le feste abissine. Il Franzoi ne ha enumerate 217, ed è curioso rilevare che le principali tra esse, come la natività di Cristo, la festa di Mariam, quelle di Abramo, Isacco e Giacobbe, dell'arcangelo Micael, ecc. sono ripetute ogni mese negli stessi giorni, e, più ancora che il Natale e la Pasqua, solennizzano il Maskal, o l'esaltazione della Croce, il 16 Mascarem.

Se non vi dispiace, aggiungeremo, infine, che il famigerato trattato di Uccialli, origine di tante sventure nostre, porta la data abissina del 25 Miazià 1881, equivalente al nostro 2 maggio 1889, e che il disastro di Abba Carima, l'indimenticabile 1° marzo 1896, corrisponde al 23 Jecatit 1888 del calendario abissino, nel quale - e non a torto - quel giorno è ora segnato come una festa!

Milano,   agosto   1908
Cap. ISIDORO BARONI